Autismo e linguaggio ricettivo: un’attività per il potenziamento

Nel video di oggi vedremo come implementare un’attività strutturata a tavolino per il potenziamento nell’autismo del linguaggio ricettivo, ossia della comprensione verbale.

Prima di approfondire come interferisca la diagnosi di autismo con il linguaggio; è bene ricordare che il linguaggio non è solo la capacità di esprimersi e parlare attraverso la voce (o un sistema di comunicazione aumentativa alternativa) (espressivo), ma è anche la capacità di comprendere parole, frasi o istruzioni verbali (ricettivo).

La compromissione del linguaggio nell’autismo

Alcuni bambini e ragazzi con disturbi dello spettro autistico presentano spesso anche una compromissione del linguaggio, che può interessare una o entrambe le aree del linguaggio: espressivo-ricettivo.

Le difficoltà nel linguaggio ricettivo sono tipiche nei disturbi dello spettro autistico a causa di un problema di processazione delle informazioni uditive.

Ecco che nell’autismo il linguaggio ricettivo è spesso compromesso proprio perché per questi bambini l’informazione trasmessa oralmente è più difficile da comprendere.

Il supporto di stimoli visivi nello sviluppo del linguaggio

Per lavorare sul linguaggio nell’autismo è utile sfruttare un punto di forza tipico di questi bambini che è la processazione dell’informazione visiva (Freeman, S., & Dake, L., 2007). Questa attività strutturata attraverso l’uso di immagini (stimoli visivi) ti aiuterà a migliorare il linguaggio ricettivo di tuo figlio o del tuo alunno, permettendoti di aumentare gradualmente il numero di vocaboli compresi a livello orale e dunque a migliorare la sua comprensione in generale.

La scelta di ciò che sarà rappresentato nelle vostre immagini (stimoli visivi) è legata a quello che volete far apprendere al bambino in termini di comprensione verbale.

Accorgimenti per l’attività strutturata

Se il bambino sta muovendo i suoi primi passi con il linguaggio, vi consigliamo di partire con immagini raffiguranti oggetti/animali o cibi che incontra spesso nella sua quotidianità ma dei quali ancora fatica a comprendere e riconoscerne il nome.

Quando verbalizziamo al bambino l’item da riconoscere dobbiamo assicurarci che la parola sia scandita alla perfezione e che il bambino sia in una condizione di apprendimento ottimale. Mi assicuro, dunque, sempre di richiamare la sua attenzione, la sua postura, i suoi occhi a me e soprattutto che l’ambiente sia silenzioso e privo di stimoli distraenti.

È molto importante richiedere l’immagine a più riprese, in quanto i bambini con autismo necessitano di numerose ripetizioni anche solo per apprendere un concetto semplice, ricordate dunque di rinforzare sempre moltissimo il lavoro e il suo impegno.

Inoltre, assicuratevi sempre che dopo la vostra istruzione vostro figlio o alunno guardi sempre le immagini di fronte a sé prima di consegnarvi quella corretta, dunque rinforziamo.

La generalizzazione per l’apprendimento ottimale

Per favorire l’apprendimento e ridurre al minimo gli errori è importante fornire degli aiuti che vedremo in dettaglio nel prossimo video. Ricorda, inoltre, di generalizzare l’abilità anche nel contesto naturale, ad esempio, in questo caso potrò chiedere più volte nell’arco della giornata di cercare il suo gatto, piuttosto che di prendere le ciliegie dal porta frutta o le caramelle dal barattolo.

Tutto ciò che viene appreso a tavolino deve poi essere riportato nella sua quotidianità per rafforzare l’apprendimento.

                           Dott.ssa Giulia Rosato

Educatrice professionale

Tecnico ABA

Riferimenti:

Freeman, S., & Dake, L. (2007). Il linguaggio verbale nell’autismo.: Strategie di insegnamento per bambini con disturbi dello spettro autistico. Edizioni Erickson.

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